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Nuove misure per la tutela delle acque trentine dai fitofarmaci, immagine tratta dal comunicato stampa PAT n. 1129 del 12 maggio 2017

Approvate dalla Giunta provinciale le linee guida per i nuovi caricabotte e per l'adeguamento di quelli esistenti.

Irrorazione dei frutteti con sistemi antideriva, fasce di rispetto vegetate, inerbimento tra filari, riduzione o eliminazione di determinati fitofarmaci, corretto utilizzo dei caricabotte, formazione degli agricoltori: queste le nuove misure che il Trentino metterà in campo, sotto il coordinamento del Dipartimento Territorio, agricoltura, ambiente e foreste, per tutelare le proprie acque dagli effetti provocati dall’uso dei fitofarmaci in agricoltura. Alcune di queste misure saranno applicate su tutto il territorio provinciale, altre solo in prossimità di quei fiumi e laghi che si trovino in uno stato di qualità inferiore a buono. Le linee guida per l'attuazione su scala provinciale del PAN, il Piano d'Azione nazionale per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (PAN) del 2014, sono contenute nel provvedimento approvato stamane dalla Giunta provinciale su proposta dell'assessore all'ambiente Mauro Gilmozzi, firmatario della deliberazione, di concerto con il collega Michele Dallapiccola (agricoltura). L’atto s’iscrive in un più generale quadro d’azione provinciale che vede nel Piano di tutela delle acque approvato nel 2015 lo strumento più importante, ai sensi del quale s’è attivato un gruppo di lavoro formato dalla Provincia autonoma di Trento, dalla Fondazione Edmund Mach e dall’Associazione Produttori Ortofrutticoli Trentini (APOT), dai quali è stato sottoscritto, nel corso dello stesso anno, un apposito Accordo di programma. “Le nuove misure, unite a quanto già deciso negli scorsi mesi” dichiara l’assessore Gilmozzi, “concorreranno in modo efficace al raggiungimento degli obiettivi di qualità delle nostre acque”. “Col rispetto degli accordi in corso”, gli fa eco l’assessore all’Agricoltura Michele Dallapiccola, “l’agricoltura trentina dimostra di voler vincere la sfida della competitività sul terreno della qualità”.

L’atto va considerato come il tassello di un quadro più ampio che si sviluppa in più direzioni. La Giunta provinciale aveva già deliberato nel 2015 le disposizioni generali per l’attuazione del PAN, inserendole in sette schede relative ad altrettanti ambiti d’intervento; le misure approvate oggi si riferiscono in particolare alla tutela delle acque superficiali. 

Ecco qui di seguito, in sintesi, il contenuto delle sette misure.

  1. Utilizzo di ugelli antideriva e macchine irroratrici con sistemi antideriva. Questa misura consente una forte riduzione della quantità di fitofarmaco che non raggiunge il bersaglio (la coltura da trattare), prevedendo l’adozione di ugelli in grado di aumentare la dimensione delle gocce della soluzione da irrorare, riducendo la deriva del trattamento, e di macchine irroratrici capaci di orientare i getti solo sul bersaglio.
  2. Realizzazione e gestione di fasce di rispetto vegetate. Le fasce di rispetto non trattate consentono di limitare gli effetti indesiderati dei fitofarmaci per organismi acquatici, artropodi utili e piante non bersaglio, limitando la deriva ed il ruscellamento.
  3. Interventi finalizzati al contenimento del ruscellamento di prodotti fitosanitari dovuto all’erosione del suolo. Rientrano in questa misura tutti quegli accorgimenti agronomici in grado di limitare i fenomeni di ruscellamento (scorrimento delle acque piovane sulla superficie del terreno). Ove possibile (nel caso di frutteti e vigneti) deve essere favorito l'inerbimento permanente dell'interfilare per ridurre il ruscellamento.
  4. Riduzione delle quantità di erbicidi attraverso diverse strategie di applicazione. Questa misura consente di ridurre fortemente l'utilizzo di erbicidi nelle fasce più prossime ai corpi idrici attraverso l'applicazione di buone pratiche agronomiche. All'utilizzo di erbicidi chimici dovrebbe sempre essere preferito il diserbo meccanico.
  5. Limitazione/sostituzione/eliminazione di prodotti fitosanitari per il raggiungimento del buono stato ecologico e chimico delle acque superficiali. I fitofarmaci che concorrono a determinare lo scadimento dello stato di qualità chimico dei corpi idrici dovranno essere eliminati entro il 31 dicembre 2018 su tutte le superfici agricole facenti parte dei bacini idrografici che non raggiungono lo stato “buono”.
  6. Misure complementari per incrementare i livelli di sicurezza nelle fasi di deposito e conservazione dei prodotti fitosanitari e dei rifiuti derivanti dal loro utilizzo. Si prevede un maggior controllo per garantire un corretto utilizzo delle aree attrezzate per la preparazione della miscela dei fitofarmaci (caricabotte), volto ad impedire eventi di inquinamento puntiforme. Sono state individuate soluzioni tecniche per la realizzazione di caricabotte che garantiscano una maggiore tutela dei corsi d’acqua. Sono stati censiti tutti i caricabotte della provincia. Tra questi sono stati individuati quelli che potenzialmente sono considerati a rischio di determinare eventi di inquinamento in caso di comportamenti non corretti e che richiedono interventi di adeguamento. Per quelli prioritari, vicino ai corsi d’acqua, il termine per l’adeguamento è fissato al 31 dicembre 2018. Per gli altri caricabotte “a rischio” la scadenza è il 31 dicembre 2021. Al fine di limitare l'inquinamento puntuale causato dal lavaggio delle attrezzature agricole eseguito in luoghi non idonei va favorita inoltre la costruzione di centri di lavaggio per mezzi agricoli in aree attrezzate appositamente dedicate.
  7. Formazione e consulenza specifica per la corretta applicazione delle misure
    Si prevedono serate informative su tutto il territorio provinciale per informare e formare gli agricoltori in merito alle presenti misure

Nel quadro d’azione provinciale per la tutela delle acque dall’uso dei fitofarmaci l’altro strumento fondamentale è il Piano di tutela delle acque approvato dalla Giunta provinciale nel 2015, che definisce una serie di misure per il miglioramento della qualità ambientale dei corpi idrici che non abbiano ancora raggiunto lo stato “buono”. Per quelli il cui inquinamento sia correlabile all’uso di fitofarmaci, in particolare, il Piano impegna la Giunta alla sottoscrizione di accordi di programma con enti pubblici o privati e con le associazioni delle categorie interessate. Per questo nel 2015 la Provincia autonoma di Trento, la Fondazione Edmund Mach e l’Associazione Produttori Ortofrutticoli Trentini (APOT) hanno sottoscritto un apposito Accordo di programma, da considerare, prima ancora che come documento "tecnico", anche e soprattutto come strumento di sensibilizzazione degli operatori sull'importanza dell'estensione di buone pratiche nell'uso dei fitofarmaci a beneficio dell'ambiente e delle proprie produzioni, nonché di sperimentazione congiunta di azioni propositive e condivise per la razionalizzazione del loro utilizzo.

Ai sensi dell’Accordo, APOT s’impegna ad applicare protocolli colturali meno impattanti, a organizzare momenti formativi e a supportare la conversione delle attrezzature per la distribuzione dei fitofarmaci con modelli tecnologici più avanzati; anche i controlli sono incentivati, con l’effettuazione di prelievi in campo di foglie e frutticini per la ricerca di molecole non autorizzate. In questo quadro, APOT ha lanciato lo scorso anno il progetto “Trentino frutticolo sostenibile”, che prevede la riduzione delle superfici sottoposte a diserbo, l’eliminazione progressiva del Clorpyrifos-etile e l’incremento della superficie agricola biologica.

Mentre alla Fondazione Edmund Mach prosegue la ricerca e la sperimentazione per trovare molecole meno dannose in grado di contrastare lo sviluppo delle malattie delle piante, spetta alla Provincia, attraverso i propri Servizi e l'Agenzia Provinciale per la Protezione dell'Ambiente (APPA), svolgere i monitoraggi sullo stato di qualità delle acque per verificare il raggiungimento degli obiettivi auspicati. Nello specifico, l’Appa controlla una rete che copre tutti i corsi d’acqua soggetti a inquinamento da fitofarmaci. Oltre ai normali campionamenti mensili, vengono condotte analisi specifiche utilizzando campionatori automatici. Dal 2017 inoltre vengono utilizzati per la prima volta dei campionatori passivi: una tecnica innovativa nel contesto italiano, che consente di catturare per un periodo di qualche settimana tutte le sostanze inquinanti che vengono trasportate da un corso d’acqua.

Sempre l’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente è impegnata in un’estesa attività di formazione e divulgazione di buone pratiche. Appa partecipa infatti attivamente a incontri informativi con il mondo dell’agricoltura al fine di illustrare gli effetti dei fitofarmaci sugli ecosistemi fluviali e i comportamenti corretti da adottare durante le attività colturali. Nell’ambito dei corsi per il rilascio delle abilitazioni all’acquisto, all’utilizzo e alla vendita dei prodotti fitosanitari, inoltre, l’Agenzia interviene con attività di docenza per far conoscere gli effetti che essi possono avere sull’ambiente in generale e in particolare sull’ambiente acquatico e sulla biodiversità.

(cz)

ALLEGATI: PAN_cartografia corpi idrici non buoni

giustissima

COMUNICATO STAMPA PAT n. 1129 del 12 maggio 2017

Ultimo aggiornamento: 2017-05-30 15:07


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